venerdì 30 aprile 2010

LA QUESTIONE MICHETTI: diatriba sull'autenticità delle opere

fonte: il quotidaino "IL CENTRO" cronaca di Teramo del 29 aprile 2010

Campli, il presidente della Fondazione chiede alla Finanza di sequestrare 30 quadri. Dal Comune replicano «Noi non chiudiamo la mostra d’arte».

CAMPLI.
I primi sospetti sull’autenticità delle opere circolavano già all’indomani dell’inaugurazione della mostra su Francesco Paolo Michetti, in corso a Campli fino al 2 maggio, a palazzo Farnese. Si tratta di trenta quadri della collezione Giorgio Ottaviani attribuiti all’artista abruzzese, tra i quali anche alcuni inediti. Col susseguirsi delle visite di esperti e galleristi le voci si sono però trasformate in un vero e proprio giallo con accuse e controaccuse.
Una vicenda sulla quale stanno addirittura indagando gli esperti della Guardia di finanza di Roma anche se, per ora, le opere rimangono al loro posto. In tanti sostengono che si tratti di falsi e tra loro ci sono anche personalità accreditate nel mondo dell’a rte e conoscitori dell’opera del maestro.
FONDAZIONE MICHETTI. Come Vincenzo Centorame, presidente della fondazione Michetti di Francavilla, che non lascia spazio a dubbi dopo aver visitato la mostra. «Quello di Campli è un allestimento alla Porta Portese», afferma, «si trova in una sorta di reception del Comune, le opere sono esposte senza alcun riferimento e senza data, così come nel catalogo dove non sono spiegate ma c’è solo una presentazione generica dell’artista che si può trovare ovunque». L’impressione di Centorame insomma è che non si tratti di opere autentiche. «E’ per questo che ho chiesto il sequestro della mostra», continua, «anche se si trattasse di inediti non è questo il modo di allestire una mostra».
IL PRONIPOTE. Della stessa idea è anche Roberto Lucifero, pronipote di Michetti, esperto di arte, curatore di mostre prestigiose e direttore del Centro studi Cappella Orsini a Roma. E’ lui il massimo esperto dell’opera pittorica del Michetti.
«Questo è il paradigma di una situazione gravissima», spiega Lucifero, «in Abruzzo non c’è un osservatorio culturale che controlli, così si fanno queste mostre per soddisfare le aspettative di chi vuol comprare con poco: io non mi stupisco per chi le organizza ma per chi si illude di comprare un Michetti con 6mila euro quando invece varrebbe molto di più». Per Lucifero, insomma, non c’è dubbio che si tratti di opere false che vogliono attirare gli acquirenti più ingenui.
LA GUARDIA DI FINANZA. «Su sollecitazioni di alcuni collezionisti la guardia di finanza mi ha chiesto una perizia su alcuni reperti fotografici delle opere esposte a Campli, si tratta di pezzi già sequestrati e poi dissequestrati, anche se non so perchè», continua, «su 30 solo 3 forse sono autentiche, anche se su una di queste ho ancora dubbi. Non mi stupisco del patrocinio del Ministero, per la settimana della cultura sono stati sommersi di richieste da parte di enti ma ora è la Soprintendenza che deve esprimersi». Dal gruppo della guardia di finanza di Roma che tutela i beni artistici nel frattempo arriva solo un laconico “no comment”: dell’indagine non si può parlare fino a quando non si arriverà a qualche risultato, come un eventuale sequestro.
IL COMUNE. Da Campli nel frattempo si affretta a smentire Vincenzo Cordoni, delegato alle manifestazioni del Comune, che difende non solo le opere ma anche la location e l’allestimento. «La mostra continua», spiega, «i quadri sono in regola, non siamo esperti ma ci fidiamo. E’ quantomeno azzardato stabilire così la falsità di opere d’arte che dovrebbero poggiare su analisi circostanziate», continua, «fatte da esperti con competenze certe e verificabili, e non su fotografie fatte non si sa da chi».


link dell'articolo:
http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/quei-quadri-di-michetti-sono-falsi-la-mostra-di-campli-sotto-accusa/1967705

pagina ufficiale de "IL Centro, quotidiano d'Abruzzo":
http://ilcentro.gelocal.it/

4 commenti:

  1. Info su Francesco Paolo Michetti:
    da www.wikipedia.org

    Nacque da Crispino Micheletti, maestro di musica, e da Aurelia Terzini. Si diplomò presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli , dove fu allievo, con Edoardo Dalbono, del maestro Domenico Morelli, di cui inizialmente imitò il naturalismo e il realismo visionario: giovane promettente, la sua opera fu subito notata anche da Filippo Palizzi, suo conterraneo, che in quegli anni viveva a Napoli.

    L’Abruzzo rurale, con la sua natura ancora incontaminata, fu sempre la sua fonte di ispirazione principale. Già nel 1872 e poi nel 1875 espose le sue opere al Salon di Parigi, ma raggiunse la definitiva fama internazionale nel 1887, quando espose a Napoli la grande tela del Corpus Domini (che venne acquistata dall’imperatore Guglielmo II di Germania), la cui maniera pittorica era stata fortemente segnata dalla conoscenza dell’opera dell’artista spagnolo Mariano Fortuny y Carbó.

    La sua fama fu consolidata dalle opere successive: il Voto (1880, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), ispirata alla festa di san Pantaleone a Miglianico, e La figlia di Iorio (1894, Pescara, Biblioteca Provinciale), il cui tema ispirò anche la più notevole delle tragedie di Gabriele d'Annunzio.
    Come molti pittori dell’epoca, fin dal 1871 Michetti si era anche interessato alla fotografia, inizialmente solo come procedimento per lo studio dal vero dei soggetti dei suoi quadri, poi anche come nuovo ed autonomo mezzo espressivo valendosi anche di interventi grafici diretti sulle stesse matrici fotografiche.
    Nei primi anni del ’900, attorno alla sua persona cominciò a riunirsi il Cenacolo michettiano, a cui partecipavano i maggiori artisti abruzzesi dell’epoca (tra gli altri, il poeta Gabriele d’Annunzio, lo scultore Nicola D'Antino e il musicista Francesco Paolo Tosti) nel convento di Santa Maria di Gesù di Francavilla.
    La celebrità internazionale del pittore fu tale che Vittorio Emanuele III, il 4 aprile 1909, decise di nominarlo Senatore del Regno.
    Morì nel 1929.

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  2. fonte il quotidiano"LA CITTA'"
    articolo del 30 aprile 2010:

    Sui Michetti in mostra a Campli, al centro di una disputa sull’autenticità, potrebbero poggiarsi prestissimo gli occhi di Vittorio Sgarbi. Il più famoso critico italiano, infatti, si sta interessando al caso, su sollecitazione di un noto esponente della cultura teramana, che ieri pomeriggio a Roma ha incontrato il segretario di Sgarbi, per consegnargli un cd contenente sia le copie degli articoli usciti sul nostro giornale, sia le foto scattate alle opere in mostra. Tutti i particolari sul quotidiano La Città.

    pagina ufficiale del quotidiano "LA CITTA'":
    http://www.lacittaquotidiano.it/

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  3. fonte il quotidiano "IL CENTRO":
    01 maggio 2010 pagina 19 sezione: CRONACA

    «Michetti non avrebbe mai dipinto così». Un’altra voce si aggiunge al coro di chi sostiene che i quadri esposti a Campli non siano attribuibili al pittore abruzzese Francesco Paolo Michetti . Ieri alla mostra, che secondo voci (non confermate) sarebbe stata visitata anche da un esponente della Soprintendenza, c’era anche Veniero De Giorgi , gallerista e fotografo pescarese, grande conoscitore dell’opera di Michetti, artista del quale ha curato importanti mostre. «Purtroppo hanno preso una brutta fregatura», racconta De Giorgi dopo aver visto i quadri, «le opere sono dubbie e hanno poco a che fare con Michetti: la pennellata è sempre la stessa, le figure spesso sono definite con la matita, niente a che vedere con la mano sciolta di Michetti, insomma sono quadri decorativi di cattivo gusto». L’opinione di De Giorgi concorda di fatto con quelle di Vincenzo Centorame , presidente della fondazione Michetti di Francavilla, e di Roberto Lucifero , pronipote di Michetti, che già nei giorni scorsi avevano sostenuto si trattasse di falsi. Continua a difendere la tesi dell’autenticità Giorgio Ottaviani , proprietario delle tele e collezionista di Sulmona. I quadri gli erano stati sequestrati nel 2006 dalla Finanza ma restituiti due anni dopo: il dissequestro, secondo Ottaviani, sarebbe la prova che le opere sono del Michetti. «Il fatto che siano stati dissequestrati non significa niente», replica De Giorgi, «sono solo stati restituiti al proprietario magari perchè giudicati da un perito attribuibili a Michetti e alla sua scuola. Accade spesso con i falsi. La cosa grave è che Ottaviani ha minacciato querele, se ha le carte in regola proceda legalmente e basta». Da stigmatizzare, secondo De Giorgi, rimane il fatto che la mostra abbia ricevuto il patrocinio del Ministero dei beni culturali, che ha così contribuito ad accreditare i quadri sul mercato. «L’amministrazione comunale ha poca responsabilità», conclude De Giorgi, «ma il presidente della fondazione Michetti ha fatto bene ad intervenire, anche se ha sostenuto che la mostra è allestita in un fondaco e così non è, la location è dignitosa anche se l’allestimento lascia a desiderare».

    pagina ufficiale del quotidiano "IL CENTRO":
    http://ilcentro.gelocal.it/

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  4. fonte sito internet:
    http://www.teramonews.com
    18-04-2010 Ore 21:52


    C’è un risvolto polemico su una mostra presentata pochi giorni fa a Campli: “In riferimento a quanto apparso sulle pagine di alcuni quotidiani abruzzesi, di domenica 18 aprile 2010, sul possibile dubbio dell’autenticità delle opere presenti alla mostra di Francesco Paolo Michetti organizzata a Campli – si legge in una nota dell’addetto stampa Nicolino Farina –, l’Amministrazione del Comune di Campli (organizzatrice dell’evento) intende fare chiarezza. Gran parte delle opere di Michetti presenti nell’esposizione di Palazzo Farnese, della collezione di Giorgio Ottaviani sono state esposte in altre mostre e per una stessa accusa di non autenticità, nel 2006 furono sequestrate su ordine della Procura di Pescara. In base al provvedimento della procedura d’Incidente Probatorio, dopo due anni e nove mesi e relativa perizia di esperti, la magistratura di Pescara predispose la restituzione al legittimo proprietario delle opere perché giudicate autentiche. Lo stesso proprietario e collezionista Ottaviani, ha in corso un procedimento legale di richiesta risarcimento (100 mila euri) per danni morali e materiali.
    Il Comune di Campli, in riferimento alle vicende della mostra Michetti, si riserva il diritto di agire legalmente contro eventuali danneggiamenti d’immagine apportati alla città e dell’operato dell’Amministrazione”.

    link della nota:
    http://www.teramonews.com/il_comune_di_campli_ribadisce_i_quadri_di_michetti_sono_veri!-18453.html

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